In provincia di Perugia, tra Foligno e Assisi, si trova Spello che conserva diverse vestigia storiche di epoca romana, di cui si riportano notizie di massima e alcune foto

 


 

Acquedotto

Un lungo tratto dell'antico acquedotto romano è ancora perfettamente conservato ed è possibile apprezzarne ancora la sua architettura

I Romani dedicarono moltissima attenzione al problema dell'approvvigionamento idrico tanto che Dionigi di Alicarnasso affermava che la grandezza dell'impero romano si rivela mirabilmente in tre cose, gli acquedotti, le strade, le fognature (Antichità romane (Ῥωμαική ἀρχαιολογία), III, 13), e successivamente Plinio il Vecchio osservava che chi vorrà considerare con attenzione … la distanza da cui l’acqua viene, i condotti che sono stati costruiti, i monti che sono stati perforati, le valli che sono state superate, dovrà riconoscere che nulla in tutto il mondo è mai esistito di più meraviglioso (Naturalis Historia, XXVI, 123).

Per la loro realizzazione era fondamentale assicurare al percorso una pendenza tale che consentisse di mantenere il flusso d'acqua costante, per cui spesso fu necessario allungarne i percorsi. Di norma, questi avevano inizio con una diga, che aveva il compito di costituire il bacino di raccolta delle acque e di decantarle, poi vi era lo specus, che con la sua lieve pendenza assicurava lo scorrimento regolare dell'acqua. Durante il tragitto Venivano privilegiati percorsi sotterranei scavati nella roccia e quando si era costretti ad andare in superficie lo specus era coperto con lastre di pietra, come nel caso di Spello; si ricorreva ai muri o alle arcate solo per l'attraversamento dei corsi d'acqua o degli avvallamenti. Lo specus aveva termine nel castellum aquae, che provvedeva ad una nuova decantazione e all'immissione dell'acqua nelle condotte urbane per la distribuzione finale

 

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Arco di Augusto

I resti di quella che era un'altra porta d'accesso si trova nell'area alta centrale dell'attuale paese, in via Giulia

Dell'originaria struttura sono giunti a noi il piedritto sinistro, con l'imposta dell'arco, alcuni blocchi squadrati e un unico blocco dal lato opposto della strade, componente l'altro piedritto. Il nome Augusto gli è stato attribuito per via della presenza di un frammenco con un'epigrafe, probabilmente murata in epoca più recente, che cita il nome dell'imperatore

 

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Porta consolare

E' l'accesso principale al borgo da fondo valle per chi proviene da Foligno o da Assisi

La struttura aveva scopi difensivi ed è articolata su tre ingressi; realizzata con grossi blocchi di calcare provenienti dal monte Subasio, era munita di un cortile interno (cavaedium). La parte superiore è stata realizzata in epoca postuma e le tre statue di marmo, presumibilmente d'epoca repubblicana, appartengono verosimilmente a corredi funerari

 

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Porte minori e altri manufatti

Spello dispone di altri ingressi minori con manufatti d'epoca romana

Tali resti si trovano lungo la cinta muraria verso valle sul versante che va in direzione di Villa Fidelia

 

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Rescritto di Costantino

Si tratta di un tabula marmorea custodita nel palazzo Comunale di Spello, nella sala degli Zuccari, su cui si trova un testo epigrafico su 59 righe, risalente al 333 o al 337 d.C., attribuito all'imperatore Costantino

Il rescritto, ovvero le disposizioni imperiali, tratta delle concessioni fatte alla città di Hispellum circa l'elevazione a sede del culto imperiale, autorizzandone nel contempo, le riunioni annuali del concilium della Regio Tuscia et Umbria. In sintesi, si autorizzava il coronatus (sacerdote provinciale) a celebrare in loco gli annuali ludi scenici e gladiatori delle popolazioni umbre

 

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Torri di Properzio e Porta Venere

Questo è l'ingresso al paese per chi proviene dal versante dove è situata Villa Fidelia

La coppia di torri, che portano il nome di un poeta latino, sono a base dodecagonale e inglobano la vera e propria porta; sono molto verosimilmente postume al primitivo impianto. La costruzione della porta risale all'epoca augustea e si ritiene che coincida con l'avvento della Splendidissima Colonia Julia. Costruita in travertino, rispetta la classica tipologia a tre fornici con lesene di ordine dorico e una trabeazione superiore longitudinale. E' dotata di un cavaedium, ossia di una fortificazione articolata su doppie porte e deve il suo nome all'identificazione di un vicino tempio dedicato a quella dea. L'intero complesso è stato restaurato per due volte nella prima metà del secolo scorso

 

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Villa romana

In località Sant'Anna, sotto uno strato di circa 50 cm. di terreno, è venuta alla luce una villa romana verosimilmente abbandonata e interrata a seguito di un incendio, come evidenziano la base dei muri. L'importanza della scoperta consiste soprattutto nei pregevoli mosaici dei pavimenti che si presentano in queste foto

Nell'estate del 2005, durante i lavori per la realizzazione di un'opera pubblica, è stata individuata la villa, risalente al III-IV sec. d.C., che subito è apparsa di notevoli dimensioni; nei quasi 400 mq. riportati alla luce sono stati rinvenuti sette diversi ambienti, pavimentati a mosaico, con motivi geometrici, in cui si ripetono frequentemente tre diversi colori: il rosa, il nero e il bianco. Fra i vari soggetti appaiono anche animali e figure umane; di particolare interesse il quadro in cui compaiono due uomini in atto di mescere del vino. Un altro ambiente ha il pavimento raffigurante il sole inscritto in un ottagono in cui compaiono fiori e trecce. L'accuratezza con cui sono stati realizzati i mosaici lasciano supporre che il committente sia stato un altolocato personaggio e che siano state impiegate maestranze specializzate giunte da Roma

 

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Mosaici delle mura

In occasione di uno sbancamento effettuato nel 2014 a ridosso delle mura di cinta del paese, nelle adiacenze della chiesa di San Ventura, sono venuti alla luce altri mosaici presumibilmente d'epoca romana, come quelli della vicina villa di località Sant'Anna. Le foto che si presentano si riferiscono ancora alla fase di studio del ritrovamento

 

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Anfiteatro romano e chiesa di San Claudio

L’anfiteatro romano di Spello si trova In direzione nord-ovest dal centro abitato, lungo il diverticolo della via Flaminia (l’odierna via Centrale Umbra), nelle vicinanze della chiesa di San Claudio

Come consuetudine negli esempi umbri, l’edificio non è stato costruito a ridosso di un colle, ma realizzato interamente in opus vittatum; sono ancora in sito parte dell’ingresso settentrionale e dell’ambulacro esterno che era a due ordini di arcate. Sul prospetto occidentale è ancora individuabile una parte della gradinata e dei pilastri che inglobano colonne semicircolari. Si ipotizza che l’altezza massima dell’edificio potesse raggiungere i 16 metri, mentre l’arena interna misura 60 metri per 35; l’anfiteatro fu commissionato da Gaio Alfio Rufo, magistrato locale, all’incirca nel I sec. d.C., come si desume dalla lapide posta sulla colonna prospicente i resti archeologici, rinvenuta presso l’ingresso nord-ovest in occasione dei lavori di scavo effettuati alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso  

 

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Informazioni aggiuntive